Castellammare di Stabia e i Farnese: Conflitti e Crediti Internazionali

Il Seicento fu un’epoca di profonde trasformazioni per il Viceregno di Napoli, dominato dalla Corona di Spagna, e Castellammare di Stabia, con il suo porto strategico, non fece eccezione. L’immaginario storico ha spesso confinato la città in un ruolo marginale, ma una rara fonte documentale ci svela una vicenda poco conosciuta che la vede al centro di complesse dinamiche internazionali, legate alla potente famiglia Farnese e persino al Regno di Polonia. Questo articolo riassume una complessa vicenda storica del XVII secolo, basata sull’opera del 1808 di Pasquale Cayro, uno storico del Regno di Napoli. Il testo di Cayro in questione è la “Storia sacra e profana D’Aquino e sua diocesi”. La sua figura si inserisce in quel filone storiografico del Regno di Napoli che cercava di ricostruire in modo minuzioso le vicende del territorio basandosi su documenti, cronache e archivi. Il fatto che il testo contenga informazioni così dettagliate e specifiche su Castellammare di Stabia, pur non essendo il focus principale dell’opera, dimostra la complessità e la vastità della rete di relazioni e interessi che legavano i vari territori del regno, e la meticolosa cura con cui l’autore ricostruiva ogni aspetto del contesto storico.
Nel Seicento, il Viceregno di Napoli, sotto il dominio spagnolo, era segnato da conflitti. In questo contesto, il Duca Odoardo Farnese, a causa del suo appoggio al re di Francia, si scontrò con la Spagna. In risposta, Re Filippo IV ordinò la confisca di tutti i suoi possedimenti nel Regno di Napoli, inclusa Castellammare di Stabia. La città fu quindi venduta per liquidare un debito di 105.682 ducati che la Regia Corte di Napoli aveva con il Re di Polonia, Ladislao IV Vasa. È fondamentale sottolineare che la città di Castellammare di Stabia non fu mai annessa o posseduta dal Regno di Polonia. La vicenda fu esclusivamente di “natura finanziaria”; la città, quindi, non divenne un territorio polacco, ma il suo valore economico servì ad estinguere un debito. La disputa si protrasse per diciannove anni e si complicò ulteriormente quando il re di Polonia cedette il suo credito al Principe Elettore Palatino del Reno. Solo nel 1646, Ranuccio II Farnese, successore di Odoardo, riuscì a riscattare Castellammare pagando 90.000 ducati al nuovo creditore. La minuziosa documentazione di Pasquale Cayro quindi è ciò che rende possibile ricostruire questa storia altrimenti perduta. A differenza di molti storici del suo tempo, Cayro non si limitò a una narrazione generica, ma basò il suo lavoro su atti ufficiali, decreti reali e archivi dell’epoca. Il fatto che un’opera incentrata sulla diocesi di Aquino dedichi spazio a una questione così specifica e apparentemente lontana come la vendita di Castellammare di Stabia dimostra la sua dedizione alla precisione storica. Questa attenzione ai dettagli non solo ha permesso di svelare la vicenda dei Farnese e del re di Polonia, ma ha anche offerto uno spaccato prezioso sulle intricate reti feudali e finanziarie che legavano i vari territori del Viceregno di Napoli, spesso in modi inaspettati. La storia di Castellammare ci insegna, dunque, che anche le vicende locali possono essere tasselli fondamentali per comprendere il quadro più ampio della storia europea. La documentazione del Cayro riguardo la vicenda, culminata con la confisca, la vendita e la successiva ricompra, ci offre uno spaccato storico straordinariamente dettagliato e inatteso. Il “ritrovamento” di queste pagine rivela la trama di debiti e crediti che univa il Viceregno di Napoli a figure politiche lontanissime, come il sovrano polacco. Questa storia, rimasta a lungo nell’ombra, dimostra quanto il Seicento fosse un’epoca di complesse interconnessioni, dove una città del Sud Italia poteva finire, seppur indirettamente, al centro di dinamiche che superavano i confini del Mediterraneo.

A cura di Giuseppe Plaitano

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