Errico, Michele Giovanni Bonadia nacque a Castellammare di Stabia in via strada detta Campo di Mola, casa Coppola, il 20 maggio 1833 da don Gaetano, possidente e donna Marianna Costanza. Errico Bonadia fu autore di testi, compositore attivo nella seconda metà dell’Ottocento. Operò in un’epoca di grande fioritura della romanza da salotto e della canzone napoletana popolare. In quegli anni, dominati da autori come Francesco Paolo Tosti e dal fenomeno del melodramma napoletano, collaborò a numerose melodie, soprattutto in veste di paroliere. La sua opera è saldamente radicata nella tradizione armonica partenopea dell’epoca: ad esempio, la raccolta di 40 melodie Dal Golfo di Napoli (pubblicata da Ricordi nel 1886), composta da Luigi Denza su testi «quasi sempre di Enrico Bonadia», dimostra come partecipasse alla tradizione del canto napoletano colto. Meno celebre di alcuni suoi contemporanei, fu un prolifico compositore di testi, la cui arte poetica si intrecciò indissolubilmente con il fiorire della canzone napoletana, vantando un’amicizia profonda con uno dei suoi massimi esponenti, il maestro Luigi Denza. Tutti gli storici della canzone naturalmente osannano Denza per la creazione di Funiculì Funiculà, costruendo perfino fantasiose leggende. Pochi sono quelli che menzionano le 40 melodie raccolte sotto il titolo Dal Golfo di Napoli e pubblicate da Ricordi nel 1886. E temo che anche oggi rimangano praticamente sconosciute. Ed è più che un peccato perché sono 40 brani deliziosi. Pienamente inseriti nella tradizione armonica napoletana, ma con una fantasia e una ricchezza di innovazione stupefacenti. Poco si sa dei primi anni del giovane Errico, ma è lecito immaginare che la sua sensibilità artistica sia stata plasmata dal vibrante contesto culturale di Castellammare. La città, all’epoca, era un crocevia di influenze, con le sue ville nobiliari ed una vivace vita intellettuale. Nonostante la mancanza di dettagli sulla sua formazione accademica specifica, l’elevata qualità dei suoi testi suggerisce una solida base culturale, probabilmente acquisita attraverso studi privati o un’intensa autodidattica. Emerse come autore di testi in un periodo di straordinario fermento per la canzone napoletana. Tra la metà dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, Napoli divenne il fulcro di un genere musicale che avrebbe conquistato il mondo. La bellezza delle melodie, unita alla profonda emotività dei testi, creò un fenomeno culturale senza precedenti. Bonadia, con la sua abilità nel catturare sentimenti universali, l’amore, la nostalgia, la gioia, il dolore, divenne uno degli artefici di questo successo. Uno dei legami più significativi nella vita artistica e personale di Errico Bonadia, come detto, fu senza dubbio quello con Luigi Denza (1846-1922), il celebre compositore stabiese universalmente noto per “Funiculì Funiculà”. Sebbene Denza fosse più giovane di circa tredici anni, i due condivisero una profonda stima reciproca e una comunione di intenti artistici. La loro amicizia non fu solo un legame personale, ma si tradusse in una proficua collaborazione. Bonadia fu probabilmente uno dei parolieri di fiducia per Denza, fornendogli testi che il maestro musicava con la sua inconfondibile vena melodica. Il legame tra i due andava oltre il mero lavoro professionale. Bonadia era membro della cosiddetta “Società degli stornellatori”, di cui faceva parte un altro stabiese, Luigi Criscuolo, ottimo mandolinista e compositore. Un “circolo conviviale” di musicisti e poeti che si riunivano nello Stabia Hall, uno chalet liberty in legno che si trovava in Villa Comunale, lì si improvvisavano canzoni e stornelli. In sintesi, la figura di Errico Bonadia, anche se poco conosciuto emerge dalle fonti come quella di un paroliere che contribuì alla melodia napoletana del suo tempo.
A cura di Giuseppe Plaitano