Dazi USA: è il 1° agosto 2025 il giorno clou, cosa potrebbe accadere? Chi vivrà, vedrà!

Articolo aggiornato al 14 luglio 2025


Il presidente Trump, con una lettera inviata alla Commissione europea l’11 luglio 2025, ha preannunciato l’innalzamento al 30 % dei dazi statunitensi su tutte le merci di origine UE a partire dal 1° agosto. La comunicazione non è un executive order: si tratta di un atto politico volto a riaprire il negoziato con Bruxelles, lasciando dunque margini alla diplomazia commerciale.

Cosa prevede la misura americana

  • Aliquota generale al 30 %: supererebbe le tariffe applicate a Paesi terzi (es. 10 % per il Regno Unito).
  • Esclusioni settoriali: farmaceutici, semiconduttori, rame, camion, aeromobili, minerali critici e legname restano sotto indagine Sezione 232 del Trade Expansion Act 1962 e, al momento, fuori dal provvedimento.
  • Non cumulabilità: l’aumento non si somma ai dazi Sezione 232 (50 % su acciaio/alluminio, 25 % su automotive).
  • Minaccia di escalation: se Bruxelles varasse contromisure, Washington aggiungerebbe ai nuovi dazi l’importo delle misure UE.

Impatto sull’interscambio UE-USA
Gli Stati Uniti rappresentano il 20,6 % dell’export europeo. Nel 2024 le vendite di beni UE oltreoceano hanno raggiunto 531,6 miliardi di euro; quelle di servizi 319 miliardi. Tra gennaio e marzo 2025 le esportazioni sono balzate del 59,5 % (71,4 miliardi), segnale di anticipo scorte in vista delle nuove tariffe.
Italia terzo esportatore UE
Con oltre 64 miliardi di euro di beni venduti negli USA nel 2024 – in testa macchinari, farmaceutici, alimentari, autoveicoli e moda – l’Italia rischia una contrazione stimata da Svimez nel 19,8 % dell’export, pari a -0,44 % di PIL annuo. I comparti più vulnerabili includono agroalimentare (-1,5 miliardi), farmaceutica, tessile e automotive.

La posizione europea
La presidente von der Leyen punta a un accordo entro il 1° agosto, auspicando un’aliquota generalizzata al 10 %. In parallelo, Bruxelles ha predisposto:

  • Primo pacchetto di contromisure (Reg.UE 2025/778), già adottato ma sospeso fino al 14 luglio: dazi del 25 % su prodotti-icona USA (Harley-Davidson, jeans Levi’s, burro d’arachidi, ecc.) con decorrenza 15 luglio 2025 se le trattative fallissero.
  • Secondo pacchetto da 95 milioni di euro in fase di discussione.
  • Strumento anticorcingimento: ipotesi remota per ora (la Francia di Macron è favorevole), causa timori di un’escalation incontrollata.

Per favorire l’intesa, l’UE ha inoltre annunciato la rinuncia alla Global Minimum Tax OCSE e confermato l’impegno ad acquistare almeno il 5 % di armamenti statunitensi in sede NATO.

Prospettive
Washington invita le imprese europee a “made in USA” garantendo autorizzazioni rapide; al contempo minaccia dazi aggiuntivi su triangolazioni ritenute elusive. La finestra negoziale resta dunque aperta, ma stretta: senza un compromesso, dal 1° agosto 2025 entrerà in vigore una tariffa che aumenta sensibilmente il costo di accesso al mercato statunitense per l’industria europea.

Non ci resta che attendere. Ai posteri, ma non troppo, l’ardua sentenza.

A cura di Nicola D’Auria

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