Nel panorama calcistico contemporaneo, non passa inosservata la curiosa coincidenza di tre fratelli stabiesi: Salvatore, Sebastiano e Francesco Pio Esposito, impegnati in squadre diverse, ma uniti da un destino comune nel mondo del pallone. Una circostanza affascinante, che fa sorridere gli appassionati e stuzzica la memoria degli storici del calcio. Eppure, scavando indietro nel tempo, si scopre che la storia ha saputo già regalarci un capitolo ancor più singolare: agli albori del Novecento, a Castellammare di Stabia, quattro fratelli Di Martino calcarono insieme i campi da gioco, indossando la gloriosa maglia dello Stabia. Erano noti anche come Di Martino I, II, III e IV — un sistema quasi spartano ma efficace per distinguerli, tanto era forte la loro presenza collettiva nella squadra cittadina. Un fenomeno raro, quello di quattro fratelli uniti dallo stesso stemma sul petto, che rende ancor più speciale la storia del calcio stabiese. Questo articolo (per intero potete trovarlo su www.artchivioplaitano.it ) è un viaggio nel tempo per riscoprire quei giorni eroici e familiari, in cui il calcio era passione pura e i Di Martino scrivevano, in numeri romani, un pezzo indelebile della storia sportiva locale. Roberto di Martino, nato a Castellammare di Stabia il 28 maggio 1903, conosciuto anche con il soprannome di “aroppa” (Di Martino II) e Ulderico De Martino, (Di Martino IV) venuto alla luce tredici anni dopo, nel 1916. Due generazioni calcistiche a confronto, ma un solo cuore pulsante per la squadra di casa. Roberto, il pioniere e maestro, scritto proprio con la “d” e la “i” minuscola, come da registrazione anagrafica, è stato uno dei primi veri protagonisti del calcio stabiese. Cresciuto calcisticamente nella squadra della sua città, si mise in mostra per le sue qualità tecniche e la visione di gioco, qualità che gli valsero il salto nel grande calcio: indossò infatti anche la maglia del Napoli, un traguardo che pochi all’epoca riuscivano a raggiungere. Giocò nel Napoli dal 1926 al 1931, disputando in totale 43 partite ufficiali (tra campionato e coppa) con la maglia azzurra, realizzando 1 gol. Esordio: stagione 1926-27, nella prima formazione ufficiale del Calcio Napoli, appena nato dalla fusione tra Internaples e Naples, ruolo: centrocampista-regista, noto per l’eleganza e la visione di gioco. Ultima stagione: 1930-31, al termine della quale tornò allo Stabia. Presenze in Serie A (prima divisione dell’epoca): 38 Reti totali: 1. Venne considerato uno dei pilastri della prima generazione del Napoli post-fondazione, al fianco di giocatori come Attila Sallustro e Marcello Mihalic. Passò al Cosenza dal 1932 al 1936, dopo un breve passaggio per la Stabiese. Ma il suo legame con lo Stabia non si interruppe mai. Tornò a vestire la maglia gialloblù da protagonista e, una volta appesi gli scarpini al chiodo, intraprese anche la carriera da allenatore dello Stabia, guidando la squadra nei difficili anni della ricostruzione calcistica postbellica. Fu un punto di riferimento per generazioni di calciatori, incarnando i valori dello sport e dell’appartenenza. Morì nella città natale il 9 gennaio 1976. Ulderico De Martino, nato il 12 gennaio 1916, fu unaltro dei fratelli della stirpe a calcare il campo con la maglia dello Stabia. All’epoca la famiglia si era spostata dal rione spiaggia a via Gragnano, ad un tiro di schiocco dal campo delle scuole, nello spazio in cui sarà poi ospitato il mercato ortofrutticolo. A differenza del fratello maggiore, il suo nome è registrato con D maiuscola e la e, ulteriore testimonianza di quelle stranezze anagrafiche d’epoca che, con il tempo, sono diventate parte del fascino della loro storia. Oltre a Roberto e Ulderico, anche altri due fratelli militarono nello Stabia in anni diversi, rendendo i Di Martino un unicum nella storia sportiva stabiese e probabilmente anche in quella nazionale; Salvatore (Di Martino I) e Ciro, (Di Martino IV). Quattro fratelli in maglia gialloblù: un’eredità che ha dell’incredibile. Ecco perché, per evitare confusioni, giornalisti e tifosi cominciarono a identificarli come Di Martino I, II, III e IV. Era un tempo in cui il calcio era legame con la terra, passione pura e orgoglio cittadino. I Di Martino (di Martino o De Martino, all’anagrafe) lo hanno rappresentato con fierezza, trasformando il proprio cognome in un vessillo. La leggenda dei Di Martino continua a vivere nei racconti degli appassionati, nelle fotografie d’epoca, nei documenti d’archivio. Una leggenda fatta di fratellanza, sacrificio e amore per la maglia.
A cura di Giornale Weekend