Il Sarno è un fiume della Campania lungo 24 Km, nasce ad una quota di circa 30 metri sul livello del mare , la notevole portata del fiume e la regolarità del suo regime ne avevano fatto, fin dall’antichità, una attiva via navigabile che, secondo Strabone, metteva in collegamento il porto di Pompei con Nocera ed Acerra, oggi invece diventato un traghettatore dell’inquinamento.
Nel calderone sullo stato di salute delle acque campane, non si può infine non citare la triste sorte del Sarno, diventato uno dei fiumi più inquinati d’Europa. Il corso d’acqua, lungo attraversa tre province della regione (Napoli, Salerno ed Avellino) e trentanove comuni rappresenta a tutti gli effetti, la più grande bomba ambientale e sociale presente sul territorio della Campania.
Tra scarichi abusivi in costante aumento e bonifiche mai decollate, a distanza di anni l’emergenza continua a coinvolgere quasi un milione di cittadini che vivono al ridosso del corso d’acqua costeggiato da 67 affluenti minori e diversi poli dell’industria.
Il bacino idrografico del fiume Sarno si connota come un’area densamente urbanizzata e dal punto di vista economico-produttivo è caratterizzato da uno sviluppo per “poli” quello conciario, presso il Comune di Solofra (Alto Sarno) e conserviero unitamente a quello dell’industria grafica e delle cartiere, nel territorio dell’Agro Nocerino-Sarnese (comuni di Angri, Cava de Tirreni, Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Pagani, San Marzano sul Sarno, Scafati).
Secondo i tanti studi realizzati nel tempo, le principali cause dell’inquinamento del Sarno sono riconducibili proprio alla mala gestione dell’industria agricola locale.
Gli sversamenti illeciti di ogni ordine e grado restano purtroppo all’ordine del giorno, a questi si aggiunge poi un uso spropositato di pesticidi utilizzati nella filiera agricola che finiscono in seguito nelle acque del fiume contribuendo al suo inquinamento. Anche per questo dall’aprile del 1995 sul Sarno è stato dichiarato lo stato di emergenza in ordine alla situazione socio economica ambientale che si è determinata nel bacino idrografico del fiume. Sempre nella zona della piana del Sarno è localizzata anche un’industria farmaceutica, la Novartis Farma, situata sul fiume Sarno a 200 mt dalla sua foce. La produzione farmaceutica dello stabilimento si sviluppa in due settori: specialità farmaceutica come confetti, compresse laccate e granulati pronti per essere consumati, e l’attività biotecnologica con la produzione di principi attivi farmaceutici, attraverso processi tradizionali di fermentazione, estrazione chimica e trasformazione, che certamente nell’ultimo tratto contribuisce ulteriormente.
Il gravissimo stato di degrado ambientale del Sarno affonda infatti le sue radici nel corso del tempo. Ma a distanza di oltre mezzo secolo dai primi interventi di “disinquinamento”, avviati dal Governo italiano già a partire dai primi anni Settanta, poco o nulla sembra essere cambiato. A dirlo sono i costanti interventi effettuati nel corso degli anni dai Carabinieri del gruppo di Napoli del Comando tutela ambientale e sicurezza energetica, con la collaborazione e il supporto tecnico di Arpac, che in alcuni casi hanno portato persino al sequestro di aziende sorprese a violare le norme ambientali. I cittadini che vivono in questi Comuni sperimentano continuamente disagi tra allagamenti, esalazioni e la presenza di animali di vario genere, e non esiste tutela da anni, non è percepito un impegno da parte della Regione a cercare di arginare il problema.
Installare anche delle semplici telecamere contro gli sversamenti abusivi dell’edilizia locale sarebbe un piccolo passo, ci auguriamo che la classe politica tra tutti i contrasti e le varie competenze ancora da stabilire comunichi in tempi celeri e concretamente un piano di azione mirato, siamo stanchi delle chiacchere!
I volontari Servizio Civile Anci Campania