Oggi viviamo connessi come mai prima. Basta un clic per raggiungere amici, conoscenti, sconosciuti e influencer dall’altra parte del mondo. Ma pochi sanno che tutto è cominciato da un’idea semplice e geniale: SixDegrees.com, il primo vero social network della storia. Una piattaforma che, a fine anni ’90, ha anticipato rivoluzioni culturali e digitali che avremmo compreso appieno solo molti anni dopo. Lanciato nel 1997 dall’imprenditore americano Andrew Weinreich, SixDegrees prende il nome da una teoria tanto affascinante quanto intuitiva: i sei gradi di separazione. Secondo questo principio sociologico, ogni essere umano sulla Terra è connesso a qualsiasi altro attraverso una catena di conoscenze che non supera i sei passaggi. Weinreich non solo ci ha creduto, ma ha provato a dimostrarlo… online. SixDegrees.com permetteva agli utenti di creare un profilo personale, aggiungere amici, parenti e conoscenti, e – cosa all’epoca impensabile – navigare tra le reti di contatti altrui. Il sito offriva anche la possibilità di inviare messaggi e scrivere su bacheche, visibili fino al terzo grado di separazione. In pratica, molte delle funzioni che oggi diamo per scontate su Facebook, LinkedIn o Instagram, sono nate lì. In un’epoca in cui il modem cantava ancora prima di connetterci a Internet.
SixDegrees fu un progetto tanto pionieristico quanto incompreso. Ai tempi, la Rete non era ancora una piazza abitata quotidianamente: le connessioni erano lente, i computer poco diffusi, la cultura digitale agli albori. Nonostante tutto, il sito superò i 3,5 milioni di utenti registrati, un numero imponente per quegli anni. Ma il passo era più lungo della gamba. Nel 1999, Weinreich vendette la piattaforma alla società YouthStream Media Networks per 125 milioni di dollari. Nel 2001, SixDegrees.com chiuse ufficialmente. Troppo avanti per il suo tempo, soffocato da una tecnologia ancora acerba e da un mercato non pronto. Eppure, quel seme ha attecchito. Senza SixDegrees non ci sarebbero stati Friendster, MySpace, LinkedIn. E forse neppure Facebook. L’intuizione di connettere le persone in base alle loro relazioni ha aperto una strada che ha ridisegnato l’intero concetto di comunicazione sociale. Ha trasformato l’identità, il lavoro, la politica, l’informazione. Ha reso visibile il filo invisibile che ci lega. Come esperti di comunicazione e strategia digitale, non possiamo che guardare a SixDegrees.com come a una piccola rivoluzione silenziosa. La sua storia ci ricorda che ogni grande innovazione parte da un’intuizione semplice, ma potente. E che non sempre l’essere “i primi” coincide con il successo immediato. Quella di SixDegrees è una lezione preziosa per chi oggi costruisce contenuti, comunità e brand online: comprendere il passato ci aiuta a leggere meglio il presente e a immaginare – con maggiore lucidità – il futuro. Nel mondo dei social media, ogni clic racconta una connessione. Ma è grazie a pionieri come Weinreich se oggi possiamo costruire relazioni, diffondere idee, e creare valore… partendo, sempre, da una rete.
A cura di Christian Apadula