Terra dei Fuochi

L’espressione ‘terra dei fuochi’ comparve per la prima volta nel Rapporto Ecomafie di Legambiente nel 2003, in seguito è citata da Roberto Saviano nel libro ‘Gomorra’, per indicare una vasta area dell’Italia meridionale, nello specifico in Campania, tra la provincia di Caserta e la provincia di Napoli, a causa del sotterramento dei rifiuti, delle discariche abusive, della combustione dei roghi che disperdono gas e sostanze nocive per l’ambiente e per l’uomo.

Le indagini hanno determinato un nesso tra i rifiuti dismessi e l’aumento delle malattie nei residenti.

L’area in questione è stata analizzata attraverso due fattori importanti:

  • La presenza di siti di stoccaggio rifiuti, per un totale di 2767 siti
  • I dati sanitari rilasciati da aziende ospedaliere o enti come l’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori)

Nel 2016, l’Istituto Superiore di Sanità e la Procura di Napoli Nord hanno suddiviso in 4 fasce di rischio 38 comuni interessati dal fenomeno. Tra questi Giugliano in Campania e Caivano in quarta fascia registrano fattori di rischio crescenti. Le persone ad essere maggiormente colpite dai tumori sono le donne residenti tra la terza e la quarta fascia.

Per arginare il problema il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Brusaferro ha avviato un sistema di monitoraggio nell’intera regione. È stato anche pubblicato un bando con risorse concrete destinate ai Comuni per 5milioni di euro, finalizzato alle attività di controllo e di tutela dell’ambiente e all’acquisto di infrastrutture e di tecnologie avanzate nelle attività di sorveglianza e antincendio.
Grazie a queste ultime si è scoperta la presenza di una maxi-discarica occulta di rifiuti industriali nel territorio del Comune di Tufino che confermano non solo i dati epidemiologici, ma anche la correlazione temporale dei fenomeni.

Le indagini hanno accertato l’esistenza di un’associazione dedita allo smaltimento illecito di rifiuti speciali, che vedeva coinvolti anche amministratori di alcune aziende di rifiuti, autisti di automezzi dediti alla raccolta de rifiuti e dipendenti dell’impianto.

Le indagini hanno avuto luogo nel gennaio 2023 a seguito delle segnalazioni della Sapna, una società che gestisce i rifiuti speciali nella città metropolitana di Napoli: su 1.000 tonnellate di rifiuti speciali smaltiti illegalmente il bilancio dello smaltimento era sgravato per 500mila euro.

Vi invitiamo alla lettura della seconda parte sul prossimo numero.

A cura di Anna Venezia
Volontaria Servizio Civile Anci Campania

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